giovedì 3 maggio 2012

Patrimonio Artistico e Politica: ricchezza e povertà d'Italia

“L’Italia possiede il 70% del patrimonio culturale mondiale” ; “In Italia ci sarebbero i due terzi del patrimonio artistico mondiale”; “Secondo una stima dell’Unesco l’Italia possiede il 70% delle ricchezze mondiali”.Queste sono solo alcune delle tante stime fatte da politici, assessori e ministri dei beni culturali. In realtà non è stata mai stilata una vera e propria percentuale che indichi quale Nazione possegga più patrimonio artistico. E’ stata redatta dall’ Unesco una lista (World Heritage List) dei siti considerati patrimonio naturale e culturale. L’Italia è il paese con il maggiore numero di siti Unesco “patrimonio dell’umanità”. A questo punto è possibile dire che l’Italia con 43 siti su un totale di 878 possiede il 4,8% del patrimonio artistico mondiale. Segue la Spagna con 40 siti, la Cina con 37, la Francia con 33, l’Inghilterra con 27 ed infine gli USA con 20. Quello che però sta succedendo nel nostro “Bel paese” è che, nonostante questa stima rappresenti una grandissima risorsa e fonte di guadagno (eravamo i primi al mondo nel turismo e adesso ci troviamo al 28° posto), non vi è alcuna attenzione e rispetto per il nostro territorio da parte delle istituzioni e di conseguenza degli stessi cittadini. L’Italia possiede il più ampio patrimonio culturale a livello mondiale con oltre 3.400 musei, circa 2.100 aree e parchi archeologici e, come è stato precedentemente detto, 43 siti Unesco. Nonostante questo dato di assoluto primato a livello mondiale, gli Stati Uniti, con la metà dei siti rispetto all’Italia, hanno un ritorno commerciale pari a 16 volte quello italiano; il ritorno commerciale della Francia e del Regno unito è tra 4 e 7 volte quello italiano. I ricavi complessivi da bookshop per i musei statali italiani sono pari al 38% del solo Metropolitan Museum.

L’Italia è uno dei pochi paesi che all’interno dei Principi fondamentali della propria costituzione ha inserito un articolo (art.9), i cui relatori furono Aldo Moro (DC) e Concetto Marchesi (PCI), che  introduce il tema della tutela del patrimonio artistico: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”(terminologia che si riferisce alle materie delle Leggi Bottai 1497 del 1939 “Per la protezione delle bellezze naturali” e 1089 del 1939 “Tutela delle cose d'interesse artistico e storico” trasformandone solo il lessico: “le cose di interesse storico-artistico” diventano patrimonio storico-artistico della Nazione; “le bellezze naturali” vengono rinominate paesaggio). E’ quindi per questo che mi chiedo come sia possibile non rendersi conto che l’arte e il paesaggio siano due componenti che fanno parte della nostra cultura da sempre, come esse siano le ricchezze più grandi che ogni altro paese ci invidia, come questi nobili concetti siano stati percepiti e rispettati molto più dalle precedenti civiltà che ci hanno permesso di fruirne oggi ed infine come illustri personaggi si siano tanto battuti per far si che rientrassero all’interno di specifiche leggi che le tutelassero e valorizzassero, mentre noi oggi facciamo di tutto per distruggerle. 

“E’ ancora possibile indignarsi, recuperare memoria storica, riguadagnare spazio all’insegna della Costituzione?”(Salvatore Settis “Paesaggio costituzione cemento”)

L’Italia sta distruggendo le sue immense ricchezze: l’arte e il paesaggio. Una classe dirigente seria sarebbe allarmatissima, la nostra evidentemente no. Le sole auto blu costano due volte e mezzo l’intero stanziamento per i Beni culturali. Basti pensare che sono proprio le stesse auto blu che, per evitare il traffico, sfrecciano sull’antica via Appia di Roma (Parco regionale dell’Appia antica). Accanto all’abuso e prepotenza di onorevoli si affianca la continua e altrettanto distruttiva azione dell’ abusivismo in un’area archeologica di grande pregio come questa:la villetta tirata su in fretta e furia, il casale ristrutturato senza licenza, l’occupazione senza titolo di aree e di costruzioni esistenti in cui insediare attività produttive "selvagge" e incontrollate. Ma questo purtroppo è solo uno degli esempi dello scempio che si sta compiendo a danno del nostro Paese. Basti pensare al ritrovamento dell’inestimabile Villaggio preistorico di Nola (Campania) letteralmente ricoperto dall’acqua perché la pompa non funziona. L’acqua sta cancellando tracce umane risalenti ad almeno 4000 anni fa e una capanna è stata distrutta da una frana; l’eccezionalità, unica al mondo, del ritrovamento di Nola è dovuta al fatto che le capanne, sepolte dall’eruzione vulcanica del Vesuvio, si sono conservate attraverso il loro calco nel fango e nella cenere che le ha inglobate, sigillando di conseguenza tutte le suppellettili che vi si trovavano all’interno al momento dell’evento. Per citarne un altro: in Molise il 31 marzo è stato inaugurato  un Auditorium nella città di Isernia che occupa una superficie di 30.000 mq, una faraonica struttura che “si va ad inserire tra i palazzi della città e le colline verdi,quasi come fosse calata dal cielo”(da Presa Diretta del 12.2.2012). Un progetto che non doveva superare i 5 milioni di euro, nel corso degli anni arriva ad una cifra ben più alta: 55 milioni di euro (di soldi pubblici). Il punto è che si pensa a costruire un’opera di questo calibro quando invece vi è un sito preistorico, ormai chiuso praticamente da 30 anni, di importanza e riconoscimento mondiale. Scoperto alla fine degli anni ’80 venne finanziato con fondi dei Beni culturali e della Regione Molise. L’estensione del deposito archeologico è di 20.000 mq, all’interno del quale è presente un’area di 300 mq, in cui sono stati fatti ritrovamenti di marmi preistorici risalenti a 700.000 anni fa, una scoperta incredibile che ci mostra un antichissimo accampamento dell’ uomo preistorico.  
Si tratta di piccoli pezzi di un mosaico di un’Italia che a causa dell’incuria si sta pian piano sgretolando come i mosaici di Pompei (l’ultimo mosaicista è in pensione da decenni e nessuno si prende l’incarico di assumerne un altro). E cosi nel “Bel paese” sono sempre meno i turisti che (giustamente) vengono a visitare una Pompei in cui  nel 2010  crolla la Shola Armaturarum, a causa delle copiose piogge, ed evidentemente poichè vi è un unico archeologo per 66 ettari di scavi. 
E’ inutile ricordare ancora come siano state “assalite” le nostre campagne e coste dai continui abusi edilizi distruggendo i paesaggi decantati dai più celebri poeti e scrittori. Ogni anno in Italia vengono consumati 500 km2 di territorio ( secondo un rapporto di Legambiente), come se ogni quattro mesi spuntasse una città pari all’area urbanizzata di Milano.
Credo sia doveroso rispettare il nostro paese in quanto il territorio rappresenta le nostre radici.

«Ogni filare di viti o di ulivi è la biografia di un nonno o un bisnonno» ( Indro Montanelli )

Sara D'Agostini

3 commenti:

  1. La solita vergogna Italiana!

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  2. Vorrei anche segnalare un progetto promosso da Legambiente: Paestumanità. Nel progetto si invita la popolazione ad acquisire un piccolo terreno compreso entro le mura del sito archeologico di Poseidonia/ Paestum, patrimonio UNESCO, in provincia di Salerno.
    Il sito ha un valore inestimabile, ma poco importa evidentemente alle amministrazioni locali, alla provincia e alla regione, nessuno escluso. Per chi volesse maggiori info: http://www.paestumanita.org/

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    1. Ti ringraziamo veramente per la segnalazione. Abbiamo consultato immediatamente il sito per avere maggiori informazioni ed è veramente imbarazzante vedere l'incuria dello stato nei confronti del sito archeologico. E' invece da lodare la proposta di Legambiente che almeno cerca di "riportare alla luce" o meglio alla collettività un bene dell'umanità, con un'iniziativa che permette ai cittadini di partecipare in prima persona. E' possibile aderire in due maniere o attraverso "La Buona Azione"o attraverso un' "Adesione Ideale". I dettagli sono tutti indicati nella sezione ADERISCI del sito.

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