Argomentando
tale complessità, possiamo affermare che tra i termini prima citati ve ne sono
alcuni come paesaggio che hanno una storia secolare, altri come ambiente che
hanno una vita di qualche decennio ed altri ancora come governo del territorio
che sono nati in tempi relativamente recenti. Possiamo quindi prevedere,
comunque semplificando, che più l’origine di una delle parole in esame è
situata indietro nel tempo, più la stessa abbia potuto subire modifiche più o
meno sostanziali, acquisendo nel tempo decine di significati e sfumature
diverse.
A complicare le
cose non vi è solo una dimensione temporale, ma anche un’altra che potrebbe
essere definita disciplinare. Ognuno dei termini elencati, infatti, è stato ed
è ancora oggetto di studio di numerose discipline anche diverse tra loro:
geografia, storia, economia, sociologia, ingegneria, architettura, biologia,
geologia, scienze politiche, giurisprudenza e, non ultima, l’urbanistica
stessa. Ognuna di queste tende ad elaborare una propria definizione, contribuendo
da un lato all’arricchimento del significato dei termini stessi, ma dall’altro
dilatandone eccessivamente i confini e rendendone troppo flessibile e strumentale
l’utilizzo.
Considerando
infine che le pratiche (governo del
territorio, urbanistica, pianificazione territoriale) ed il loro oggetto (territorio, ambiente,
paesaggio) sono di responsabilità pubblica, quindi regolati attraverso
documenti aventi valore legale, particolarmente importante è anche la
dimensione giuridica, le cui definizioni, che differiscono spesso da quelle più
elaborate e complesse di natura accademica, danno vita ad ulteriori significati
con ripercussioni più dirette e concrete nella realtà.
Eppure,
nonostante la complessità e la tecnicità di questi argomenti, essi non
rappresentano altro che le diverse facce di un medesimo solido: rappresentano
la nuova palazzina che sorge al posto del vecchio laboratorio artigianale nel
nostro quartiere, la chiusura del centro della nostra città al traffico
veicolare, il cambio di percorso della linea di trasporto pubblico che usiamo
per andare a lavorare o studiare, il nuovo centro commerciale dove un nostro
amico ha trovato lavoro ma che al contempo ostruisce la vista dell’antico borgo
sulla collina. Insomma rappresentano lo spazio in cui viviamo e da cui dipende
la qualità delle nostre vite, nonché i suoi cambiamenti e le sue trasformazioni
con le loro ripercussioni sulla nostra realtà quotidiana e personale.
Dalla premessa
appare chiaro che ciò che questo blog si propone non è il porsi al di sopra
degli eventuali interlocutori in funzione educativa e portatrice di saperi
elitari riguardanti la storia, i tecnicismi e le regole dell’urbanistica, per
cui esistono già portali più completi e relatori più competenti e autorevoli.
Al contrario si
vorrebbe dialogare alla pari con qualsiasi interlocutore interessato, in uno
scambio continuo e reciproco di contributi, informazioni, spunti di riflessione,
suggerimenti e critiche con la speranza e la volontà di stimolare ad essere
cittadini consapevoli e capaci di osservare meno distrattamente ciò che accade
loro intorno, piuttosto che ferrati urbanisti e pianificatori.
Andrea Colombelli
Andrea Colombelli
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