giovedì 26 aprile 2012

Urbanistica-mente

Territorio, ambiente, paesaggio; governo del territorio, urbanistica, pianificazione territoriale. Questo breve elenco, che potrebbe facilmente essere arricchito, introduce dei termini che, a prima vista e superficialmente, possono sembrare simili e sovrapponibili, quindi confondibili. Eppure dietro questa apparenza si cela una realtà molto più complessa e articolata che non può certo risultare semplificata solamente andando a collocare le parole del primo gruppo in un’ipotetica e restrittiva cartella oggetti e quelle del secondo gruppo in una cartella pratiche caratterizzata dalla medesima arbitrarietà strumentale al nostro discorso.
Argomentando tale complessità, possiamo affermare che tra i termini prima citati ve ne sono alcuni come paesaggio che hanno una storia secolare, altri come ambiente che hanno una vita di qualche decennio ed altri ancora come governo del territorio che sono nati in tempi relativamente recenti. Possiamo quindi prevedere, comunque semplificando, che più l’origine di una delle parole in esame è situata indietro nel tempo, più la stessa abbia potuto subire modifiche più o meno sostanziali, acquisendo nel tempo decine di significati e sfumature diverse.

A complicare le cose non vi è solo una dimensione temporale, ma anche un’altra che potrebbe essere definita disciplinare. Ognuno dei termini elencati, infatti, è stato ed è ancora oggetto di studio di numerose discipline anche diverse tra loro: geografia, storia, economia, sociologia, ingegneria, architettura, biologia, geologia, scienze politiche, giurisprudenza e, non ultima, l’urbanistica stessa. Ognuna di queste tende ad elaborare una propria definizione, contribuendo da un lato all’arricchimento del significato dei termini stessi, ma dall’altro dilatandone eccessivamente i confini e rendendone troppo flessibile e strumentale l’utilizzo.
Considerando infine che le pratiche (governo del territorio, urbanistica, pianificazione territoriale) ed il loro oggetto (territorio, ambiente, paesaggio) sono di responsabilità pubblica, quindi regolati attraverso documenti aventi valore legale, particolarmente importante è anche la dimensione giuridica, le cui definizioni, che differiscono spesso da quelle più elaborate e complesse di natura accademica, danno vita ad ulteriori significati con ripercussioni più dirette e concrete nella realtà.
Eppure, nonostante la complessità e la tecnicità di questi argomenti, essi non rappresentano altro che le diverse facce di un medesimo solido: rappresentano la nuova palazzina che sorge al posto del vecchio laboratorio artigianale nel nostro quartiere, la chiusura del centro della nostra città al traffico veicolare, il cambio di percorso della linea di trasporto pubblico che usiamo per andare a lavorare o studiare, il nuovo centro commerciale dove un nostro amico ha trovato lavoro ma che al contempo ostruisce la vista dell’antico borgo sulla collina. Insomma rappresentano lo spazio in cui viviamo e da cui dipende la qualità delle nostre vite, nonché i suoi cambiamenti e le sue trasformazioni con le loro ripercussioni sulla nostra realtà quotidiana e personale.
Dalla premessa appare chiaro che ciò che questo blog si propone non è il porsi al di sopra degli eventuali interlocutori in funzione educativa e portatrice di saperi elitari riguardanti la storia, i tecnicismi e le regole dell’urbanistica, per cui esistono già portali più completi e relatori più competenti e autorevoli.
Al contrario si vorrebbe dialogare alla pari con qualsiasi interlocutore interessato, in uno scambio continuo e reciproco di contributi, informazioni, spunti di riflessione, suggerimenti e critiche con la speranza e la volontà di stimolare ad essere cittadini consapevoli e capaci di osservare meno distrattamente ciò che accade loro intorno, piuttosto che ferrati urbanisti e pianificatori.

Andrea Colombelli




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